La resistenza ucraina non piace alla sinistra radicale perché non combatte contro l’America Intellettuali e militanti che tifavano per Tupamaros o Hezbollah non riescono a solidarizzare con gli aggrediti perché non rientra nel loro schema | mariolavia
Ma basta armi all’Ucraina, scrive scandalizzato Tommaso Di Francesco sul Manifesto, basta, ne ha già tante! «Nei tre mesi dell’ammassamento di truppe russe alla frontiera, ogni paese occidentale ha inviato tonnellate di armi e istruttori a quel paese», dice il giornalista del quotidiano fondato da Pintor e Rossanda, ricordando poi che è pieno di foreign fighters e soprattutto che «il paese che le invia diventa cobelligerante» : e che vogliamo entrare in...
Dunque soprattutto bisogna essere contro l’America, e se l’America oggi è con Kiev allora che Kiev cada, qualche colpa ce la deve avere per forza, altrimenti nello schema terzinternazionalista che non ha mai abbandonato questo modo di pensare, i conti non tornerebbero. La politica è momentaneamente sospesa a causa delle bombe, cara professoressa: non è complesso, questo.
Ma di quale resistenza si parla? – si scandalizzano – non capite che le armi prolungano i conflitti e dunque fanno più morti? Li ha dialetticamente distrutti un intellettuale certo non amerikano come Luigi Manconi, sostenendo che «con questa logica, si sarebbe dovuto rinunciare a gran parte delle azioni armate della Resistenza, con l’inevitabile mortificazione di qualunque ruolo dell’Italia nella guerra di liberazione e di qualunque successiva ambizione all’indipendenza e alla...