Una priorità per il Governo: tenere i bambini fuori dai social
, ha suggerito che la responsabilità dell’accaduto sia da addebitare, almeno in parte, ai social che la ragazzina aveva iniziato a frequentare a soli 12 anni e che, nei mesi precedenti il suicidio, le avevano consigliato migliaia di contenuti che avrebbero finito con lo spingerla a togliersi la vita.
Internet, l’ecosistema digitale, le app e i social media, infatti, non sono mai stati disegnati, progettati e sviluppati a misura di bambino e, pertanto, se un bambino li usa corre rischi imponderabili e, soprattutto, dai quali non c’è nessuno che possa effettivamente proteggerlo.
Attualmente, infatti, gli infratredicenni affollano servizi digitali riservati a chi è più grande semplicemente dichiarando di avere l’età necessaria ad accedervi e, normalmente, piccole e grandi piattaforme online, prendono per buona questa dichiarazione, salvo, in alcuni casi – oggettivamente ancora troppo pochi – accompagnarli poi alla porta successivamente se si accorgono che i loro piccoli utenti hanno mentito sull’età.