L’annuncio del Guardasigilli nel corso della commissione al Senato: «Necessario cambiare il codice penale anche attraverso una revisione della Costituzione». E…
«Una riforma del codice penale per adeguarlo al dettato costituzionale e una completa attuazione del codice Vassalli. Una riforma garantista e liberale che può esser attuata in parte con leggi ordinarie e per gli aspetti più sensibili anche con una revisione della Costituzione». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso delle comunicazioni in commissione al Senato sulle sue linee programmatiche.
Il ministro ha indicato i fronti su cui intervenire: la presunzione di innocenza che «continua a essere vulnerata in molti modi. L’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, l'azione penale che è diventata arbitraria e capricciosa, la custodia cautelare usata come strumento di pressione investigativa.
«Ho maturato la convinzione che l'intimidazione della norma penale sia solo platonica. Lo Stato deve prevedere pene molto severe per i gravi reati, il giudice le deve erogare in modo equo, vanno eseguite in modo certo. Ma per quanto riguarda l'abuso d'ufficio, e quello che ne consegue, abbiamo statistiche allarmanti: abbiamo avuto 5.
In audizione in Senato, sulle linee programmatiche, Nordio ha poi affermato che «l'Amministrazione della giustizia profonderà il suo massimo impegno nell'attuazione degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza».
«Certezza della pena non significa sempre e solo carcere» ha detto il Guardasigilli Carlo Nordio, rilevando in particolare che «per quanto riguarda i reati minori», la «moderna criminologia ci dice che esistono sanzioni più efficaci». Secondo il ministro, «è meglio la concreta esecuzione di una pena alternativa piuttosto che la platonica irrogazione di una pena detentiva cui faccia seguito la sua immediata liberazione».
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