Proseguono gli accertamenti sulla morte del piccolo, avvenuta lo scorso 8 gennaio. E si infiamma la discussione sull'assistenza fornita in ospedale alle donne che hanno appena partorito
di Roma. Gli esami tossicologici disposti sulla madre del piccolo, una donna di 30 anni, sono risultati negativi, il che esclude che fosse sotto l’effetto di farmaci o altre sostanze la notte in cui si è addormentata con il bambino nel letto accanto a lei.
L’ospedale ha quindi voluto sottolineare che tutte le donne che accettano la pratica del rooming-in vengono informate “delle corrette azioni” da tenere e “dei rischi connessi alla gestione del bambino”, firmando anche un apposito modulo, e che vi sono best practice da tenere per sorvegliare mamma e neonato.
da parte del personale medico e un supporto costante, tenendo conto che si tratta di donne che hanno appena affrontato ore di travaglio e che potrebbero facilmente cedere alla stanchezza. Le norme legate alla pandemia di Covid-19, inoltre, hanno limitato l’accesso dei padri alle stanze delle neo-mamme, il che significa che il rooming-in non viene applicato esattamente come promosso da organizzazioni come Unicef e Oms, che suggeriscono appunto anche una collaborazione tra genitori.
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