Luigi e il cane Kabir: “È stato lui a scegliere la mia compagna di vita” La storia raccontata dalla dottoressa Valeria_Randone su lazampa lastampa fulviocerutti
Luigi, nome di fantasia, è single indefesso. Vive da solo in una bellissima casa al mare con il suo inseparabile e fedele amico a quattro zampe: Kabir, un meraviglioso Dobermann. Luigi è alto, affascinante, con gli occhi talmente neri da ricordare la colata lavica dell’Etna, un corpo tonico da sportivo, la carnagione olivastra, decisamente mediterranea, che spazza via la stanchezza anche in inverno.
Kabir vive per Luigi, non ha occhi che per lui, dorme con lui, va al mare con lui, mangia soltanto se lui è in casa, figlio della cucciolata della vicina di casa è diventato il suo inseparabile amico da quando è venuto al mondo Kabir, che in arabo significa “il grande”, porta il nome del poeta indiano preferito da Luigi, le cui letture lo avevano rincuorato durante alcuni anni bui della sua vita amorosa.
Lo scorso anno, in preda allo sconforto più totale, mi consulta perché non sopportava più questa solitudine del cuore; è stanco di questa turnazione di donne e della successiva, immotivata solitudine. Alcune di loro tentavano di piacere al cane per conquistare il cuore del proprietario. Gli parlavano con voce regressiva, smielata, portavano del vino a Luigi e un osso a Kabir, cercavano di circuirlo con dolcezze varie e con del cibo, ma lui era irremovibile, fedele alla sua scontrosità, geloso, possessivo, solitario, non incline alla corruzione.