Il premier inglese da sempre contro la 'cleptocrazia di Putin'
Basterebbe scrivere e pronunciare Balaklava per capire come e quando incominciò il contenzioso tra inglesi e russi. A metà dell'Ottocento fu lord Raglan comandante dell'esercito inglese a ordinare la carica per respingere i cannoni russi costringendoli al ritiro. Dalla guerra di Crimea sono passati secoli ma il clima tra i due Paesi resta sulfureo. Per dire: se fosse dipeso da Winston Churchill oggi non esisterebbero né la piazza rossa e nemmeno il Cremlino.
Non è il caso di Boris Johnson che però ha un'opinione dei russi ex sovietici molto dura. Quattro anni fa la Gran Bretagna interruppe i rapporti diplomatici con la Russia con l'espulsione di 23 diplomatici come ufficiali non dichiarati dell'intelligence a seguito del tentato assassinio di Sergei Skipral e della figlia Yulia.
Le sanzioni contro gli oligarchi sono state l'occasione per confermare il concetto, la manovra di accerchiamento su Roman Abramovich è datata da almeno quattro anni, Johnson si professa russofilo ma ribadisce il disprezzo degli inglesi nei confronti di chi possiede un altro impero, anche caduto ufficialmente, comunque invasore e crudele.