Cipro è il paese dell’Unione europea con la maggior percentuale di rifugiati rispetto alla popolazione. Il sistema di accoglienza è in affanno e dall’Italia alcune attività provano a migliorare la situazione. L'articolo di Stefania Mascetti.
Un migrante cammina vicino al centro di accoglienza di Pournara a Kokkinotrimithia, Cipro, 19 novembre 2021.Come succede in quasi tutte le città, Nicosia ad agosto è semideserta. Gli abitanti della capitale cipriota si spostano nelle località di mare, le attività rallentano, i negozi chiusi per ferie si confondono con quelli chiusi per crisi.
Qui papa Francesco, in visita sull’isola nel dicembre del 2021, disse alla comunità cattolica: “Siete immersi nel Mediterraneo: un mare di storie diverse, un mare che ha cullato tante civiltà, un mare dal quale ancora oggi sbarcano persone, popoli e culture da ogni parte del mondo. Vengono a chiedere libertà, pane, aiuto, fratellanza, gioia, ma trovano davanti un odio che si chiama filo spinato”.
Cipro è attualmente il paese dell’Unione europea con la maggior percentuale di richiedenti asilo rispetto alla popolazione: circa il 5 per cento . E i numeri sono in aumento: secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2022 le richieste sono state 2.560 .Ogni giorno una cinquantina di migranti entrano a Pournara, mentre altri aspettano fuori dalla porta il loro turno essere registrati ed entrare nel sistema.
Il campo profughi di Pournara alla periferia di Nicosia, a Cipro, durante la visita del presidente cipriota Nicos Anastasiades, il 14 marzo 2022. Arrivano puntuali per preparare il ristorante, allestito per la prima volta a Cipro dalla Comunità di Sant’Egidio, che per tre anni consecutivi lo aveva organizzato sull’isola greca di Lesbo. Volontari dall’Italia, dalla Francia, dal Belgio si alterneranno per tutto agosto alla cosiddetta Tenda dell’amicizia e alla scuola d’inglese, avviata presso la chiesa maronita di Nicosia e offerta gratuitamente a un gruppo di minori ospitati in una casa famiglia adiacente.