A chi scrivere il proprio punto di vista sulle cose? A chi affidare l’ indignazione e la speranza? Vi proponiamo di dirlo a Corriere
un anno fa, avevo avuto una discussione con l’ex sindaco di Grazzano Badoglio, poi commentata nel libro «Asti noir. Fascismo e dintorni» . Ad Asti era aperto, in consiglio comunale, il dibattito sulla revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini risalente al 24 maggio 1924, e io avevo proposto di toglierla, per analogia, anche a Badoglio, non solo per la disfatta di Caporetto , ma per la strettissima collaborazione con il Duce per vent’anni e crimini di guerra.
Era un uomo di ferro, anche crudele: un giorno invitò a pranzo il nipote Carlo, figlio di suo fratello, poi lo mandò a morire in battaglia, e commentò: «Carlino servirà a dimostrare che io non imbosco parenti». A Caporetto i suoi cannoni inspiegabilmente tacquero; Badoglio si salvò dall’epurazione grazie alla massoneria — odiata dal cattolicissimo Cadorna —; eppure fu lui, come vice di Diaz, a organizzare la resistenza sul Piave e sul Grappa.
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