Continua a mancare una legge per il voto fuorisede
degli Italiani Residenti all’Estero può votare per corrispondenza, cioè spedendo per posta le proprie schede elettorali. Il voto per corrispondenza dall’estero è disponibile per elezioni politiche, referendum, e anche per eleggere i rappresentanti italiani al Parlamento Europeo. Non esistono invece meccanismi analoghi per chi si trovi in Italia ma viva in un comune diverso da quello di residenza.
L’Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere una legge per garantire il voto a chi studia o lavora lontano dalla propria residenza.realizzato dal comitato civico Iovotofuorisede e dall’associazione The Good Lobby, fatta eccezione per Italia, Malta e Cipro, negli anni tutti gli altri paesi dell’Unione Europa si sono dotati di strumenti per rendere più agevole la partecipazione elettorale a studenti e lavoratori fuorisede, oltre che ad anziani e disabili.
La materia, piuttosto complessa, è disciplinata dall’articolo 48 della Costituzione, che stabilisce che il voto deve essere «personale ed eguale, libero e segreto» e il rispetto di questi principi è quello che per ora ha frenato l’approvazione di una riforma del voto. Parlando del voto per corrispondenza, per esempio, si discute della possibilità che non possa davvero essere libero . Il voto elettronico pone diversi problemi circa la segretezza dei dati, invece.
Dopo la pubblicazione dello studio, Madia ha spiegato che i promotori del disegno di legge stavano lavorando per redigere un testo unificato. «È stato il Partito Democratico a chiedere la calendarizzazione in aula, prevista per la fine di luglio. Eravamo ad un buon punto». Ma con la caduta del governo è saltata la discussione del disegno di legge.