Caterina Caselli si racconta: 'Il talento è un germoglio da nutrire'. La produttrice con Paolo Mieli al campus Obiettivo 5. ANSA
"Era tempo che cercavo un certo tipo di voce. Ero convinta che il bel canto italiano potesse essere apprezzato non solo da noi, ma in tutto il mondo e volevo costruire una sorta di crossover con il pop. Poi un giorno, ero con Gerardina Trovato a Bassano del Grappa in una delle tappe del tour di Zucchero e lo sento intonare Miserere con un altro cantante. Non lo vedevo, ma lo sentivo: era lui quello che cercavo".
Perché lo ha fatto? Per me per ripagare quel momento in cui qualcuno aveva scoperto lei. Questo è il segreto del talento, saper tornare su quell'attimo in cui qualcuno ti fa notare il tuo. Tutti dovremmo fare attenzione a quell'attimo e riprodurlo nella seconda parte della nostra vita. È un appuntamento che abbiamo".
"Il mio talent scout? Alberto Carisch al Piper", ricorda lei, citando il produttore che dopo qualche anno sarebbe diventato suo suocero."Cantare - dice - significa non solo fare i dischi, ma anche andare sul palcoscenico e quella parte del mio lavoro diciamo che non era troppo gradita dalla famiglia", dopo il matrimonio con Piero Sugar."Ma anche mentre cantavo ho sempre avuto una certa attenzione verso chi vedevo avere talento.
Cosa evitare invece?"Bisogna sempre ricordare che questo è un lavoro, bello, ma rimane un lavoro - risponde lei - L'artista deve sempre sentirsi al centro del mondo, però deve anche ascoltare chi sa qualcosa in più di lui, perché poi il progetto va inserito nel mercato.