È la prima donna a guidare il Pd e la prima candidata a ribaltare il voto dei tesserati. Ora dovrà provare a unire le opposizioni ma anche le correnti interne del suo stesso partito. Che deve trovare una nuova identità, scrive Alessandro Calvi:
con il 53 per cento dei voti, superando il suo avversario Stefano Bonaccini, ribaltando così il voto degli iscritti che aveva visto prevalere proprio Bonaccini. E anche questa è una prima volta, visto che finora nella storia del Pd il voto dei militanti aveva sempre confermato quello degli iscritti. Schlein prende il posto di Enrico Letta, dimessosi dopo la grave sconfitta rimediata alle elezioni politiche del settembre scorso contro la destra di Giorgia Meloni.
Ma il Pd della nuova segretaria sarà impegnato anche nella difesa della scuola pubblica “come primo grande strumento di emancipazione sociale, nel momento in cui il governo tace di fronte ad aggressioni squadriste davanti alle scuole”. E, promette Schlein, il Pd farà “le barricate contro ogni taglio della sanità pubblica”, così come sarà “al fianco di chi lotta per la giustizia climatica, accanto a quella sociale”.
L’impegno politico comincia nel 2013 con la campagna Occupy Pd, dopo la mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della repubblica. Nel 2014 viene eletta al parlamento europeo ma lascia il Pd durante la segreteria di Matteo Renzi, per aderire a Possibile di Giuseppe Civati. Si candida poi alle elezioni regionali in Emilia-Romagna con una lista che contribuisce all’elezione del suo futuro sfidante per la leadership del Pd, Stefano Bonaccini.
Negli ultimi mesi il suo profilo si è sempre più avvicinato a quello di una sorta di anti Meloni. Lei stessa, proprio come la leader di Fratelli d’Italia, si è presentata come la sfavorita che sorprende tutti e vince. “Underdog”, aveva detto di sé la leader della destra nel discorso con il quale chiese alla camera la fiducia per il suo governo. “Anche stavolta non ci hanno visti arrivare”, è stata invece la prima cosa che ha detto Schlein dopo la vittoria.
Sempre a proposito di differenze, e spostando il ragionamento su un altro piano, non è un caso se nel
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